Venerdi, 19 aprile 2024 - ORE:04:16

Sicuri che Sanremo sia sempre Sanremo?

Sanremo vittoria Arisa

Sanremo vittoria Arisa

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Analisi di quello che un tempo era il festival della musica italiana

Una volta a Sanremo cantavano Luigi Tenco, Mina, Ciampi e Nada.

Oggi Sanremo è diventato palco delle nuove leve di reality show come Amici, o comunque di cantanti che, senza dir nulla sulle doti canore o musicali che senz’altro ci sono, propinano sempre il solito polpettone di canzoni d’amore oppure testi che non hanno veri e propri messaggi di fondo.

Appena spunta qualche elemento con un minimo di concezione artistica, che magari con il suo pezzo vuole comunicare qualcosa e non lo riempie di luoghi comuni o viene brutalmente cacciato fuori durante le prime due serate oppure, vedi Sinigallia quest’anno, viene eliminato per delle sciocchezze che ormai, con i tempi che corrono, dovrebbero essere lasciate perdere: sul serio pensate che tutti ma davvero tutti i pezzi presentati a Sanremo siano inediti!?!

Una volta a Sanremo c’era una giovanissima Nada, che cantava “ma che freddo fa” o duettava con Nicola di Bari

Nada Nicola di Bari Sanremo

Oggi c’è Arisa, che non abbiatemene fan, ha rovinato una canzone di Battiato ( Cuccurucu Paloma) in maniera quasi colossale, dandone una interpretazione poco personale e banale, ben lontano dalla versione fornita dal proprietario del brano.

Per dire due parole sul pezzo con la quale si è aggiudicata la vittoria posso solo dire che non vado matta per i finti buonismi, la parola “sogno” e la frase “ci sarò”. Abolirei questi luoghi comuni da tutti i testi di tutte le canzoni del mondo.

In ogni caso il mio è un giudizio personale, testimone il fatto che ascolto sempre artisti come appunto Nada o Vasco Brondi che non sprizzano gioia da tutti i pori. Il pezzo è orecchiabile e per la primavera ci sta, mette anche abbastanza di buon umore e alla fine Arisa conquista sempre perché si pone abbastanza bene nei confronti del pubblico.

Concludendo vorrei solo fare una critica al commento dato dall’artista sulla sua vittoria: è stato un po’ fuori luogo e assolutamente maleducato nei confronti degli altri partecipanti al concorso:

 Non so cosa dire, sono veramente contenta e felice. E’ la mia prima volta da big. Sono molto contenta di aver vinto questo premio perché credo che la mia canzone sia estremamente pop e considerando che il festival è pop, è giusto che vincesse

Scusami, ma gli altri cantanti hanno presentato Carmina Burana o pezzi Hard Core?
Vabè! Ormai ha vinto.

Mi sarebbe piaciuto vincesse il pezzo di Sinigallia, la sua canzone mi è davvero piaciuta molto, ma non faccio testo, mi sono sempre piaciuti anche i Tiromancino.

Malinconico e rassegnato al punto giusto, felicità irraggiungibili o troppo labili per essere catturate in tempo.
Situazioni di quel disagio confortevole che culla e che rimane lì, ad addolcire il groppo in gola che non va né su né giù. Anche se posso capire che non sempre si sente il bisogno di ascoltare canzoni deprimenti.

Sanremo era un evento bellissimo, uno di quegli eventi che ci contraddistiguevano, che nel bene o nel male, buttava fuori tutto quello che siamo. Italiani perché che ci piaccia o no noi abbiamo Roma, la pasta, il mare e si anche la musica leggera. E se anche un’artista del calibro di Nada ci partecipava doveva valerne la pena.

Nella situazione attuale, se fossi una cantante, non so se parteciperei a Sanremo

Più che altro perché sembra diventato il solito teatrino per mettere in mostra sempre le solite cose e le solite persone.

Facendo una breve ricerca su quotidiani e riviste è possibile scovare articoli che parlano della “Leva cantautorale degli anni zero”, gruppo di artisti:

Dente, Brunori, Levante e Le Luci della centrale elettrica (Vasco Brondi) che al festival hanno semplicemente deciso di non partecipare, non per opinioni contrarie o per mire da intellettualoidi, semplicemente perché non sono interessati e stanno bene così, non hanno bisogno di premi e prime pagine di giornali per essere soddisfatti dei propri lavori.


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